Non è bastata la media di 1.40 punti a partita per la conferma, il Picchio saluta il mister che ha sfiorato i playoff
Ventuno punti in quindici partite, per una media di 1.40 punti ogni 90’. È con questi numeri che mister Roberto Breda ha trascinato l’Ascoli alla salvezza e l’ha condotto addirittura a un passo dal sogno playoff.
Dati alla mano, in realtà, il tecnico trevigiano i suoi spareggi promozione li avrebbe pure raggiunti. Il Picchio, infatti, da quando Breda si è seduto sulla panchina bianconera, ha avuto un rendimento inferiore solo alle due compagini promosse in Serie A (34 punti il Genoa, 29 il Frosinone) e al quartetto playoff Bari (29), Cagliari (28), Parma (28) e Venezia (25). Poi, a quota 21, proprio l’Ascoli di mister Breda: virtualmente settimo in classifica nelle ultime 15 gare di campionato, in realtà 12° in virtù di quanto maturato in precedenza sotto la gestione Cristian Bucchi.
Breda ha avuto il merito di risollevare una squadra in gravi difficoltà. Dal risicato +1 sui playout ai playoff sfumati solo all’ultima giornata: 6 vittorie, 3 pareggi e 6 ko con lui, con 14 reti all’attivo e 17 al passivo.
Non bastano, però, solo i numeri a spiegare il cambio di passo dell’Ascoli con l’arrivo di mister Breda. Umile e concreto nel riproporre quel 4-3-1-2 più solido e che aveva regalato tante gioie lo scorso anno con mister Sottil, a dispetto di un Bucchi che aveva provato a iniziare la stagione col 4-3-3, salvo poi cambiare in corsa e passare a un 3-5-2 che non ha mai davvero convinto.
Con il tecnico trevigiano, l’Ascoli ha ritrovato quel fortino Del Duca quasi inesistente in avvio di stagione: appena due vittorie casalinghe nelle 12 gare nel Piceno con Bucchi (16,6%), 4 successi in 8 gare con Breda (50%).
Ora però l’addio. Ecco alcune immagini che ripercorrono l’esperienza di Roberto Breda sulla panchina dell’Ascoli.